Gli Stati dell’Italia del Quattrocento, soprattutto Venezia, erano impegnati a ridurre la loro dipendenza dalle truppe mercenarie. L’autore nel volume rivendica l’originalità del progetto aragonese, e di Ferrante in particolare, il quale perseguiva non soltanto obiettivi militari, ma anche quello del consolidamento politico-istituzionale della monarchia attraverso un legame più stretto con le province che di recente si erano rivelate di difficile controllo e con i patriziati cittadini in generale, ai quali dava l’opportunità di fornire ad essa, oltre a capitani, giudici ed esponenti della burocrazia centrale e periferica del Regno, anche il nerbo dell’esercito.

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