L’autore ha messo insieme 309 schede riguardanti 51 cardinali italiani e stranieri, 251 arcivescovi e vescovi destinati dalla Santa Sede al governo delle diocesi italiane ed altri 7 personaggi ecclesiastici di rilievo dimoranti in Vaticano o altrove, per cercare di accertare in quale considerazione essi erano tenuti, nell’arco di tempo compreso tra il 1929 e il 1943, negli ambienti politici e diplomatici fascisti e quali giudizi e atteggiamenti ebbero nei loro confronti Mussolini e i suoi più stretti collaboratori, sia al centro (ministri e sottosegretari dei vari dicasteri, a cominciare da quelli dell’Interno, degli Esteri e della Giustizia, ambasciatori presso la Santa Sede e via dicendo), sia in periferia (si pensi in particolare ai prefetti e ai magistrati). La ricca documentazione trovata nei due citati archivi appare storiograficamente importante per la luce che getta in questa direzione. Il libro ha lo scopo di offrire agli storici interessati ai rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica in epoca fascista qualche concreto elemento di giudizio su ciascuno dei 310 personaggi schedati.

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