La descrizione completa e dettagliata di tutto il materiale pergamenaceo (manoscritti, frammenti, documenti), congiunta allo studio delle testimonianze archivistiche e delle fonti indirette, ha rappresentato un punto di partenza in grado di stimolare nuovi interrogativi e riflessioni e pertanto un’occasione imprescindibile per ricostruire la fisionomia del corpus dei codici decorati legati all’Abbazia di Montevergine, giungendo a proporre nuove acquisizioni critiche. Ne emerge un quadro stimolante che vede l’abbazia verginiana e le sue fondazioni – principalmente il Santissimo Salvatore del Goleto – pienamente inserite nelle dinamiche culturali che contraddistinsero il Meridione fra l’età normanna e sveva, ripercorribili proprio attraverso le immagini.